IL CANE E IL SUO AMBIENTE

….OVVERO COME RENDERE FELICE IL NOSTRO CANE…..

cane felice

cane libero nei boschi…esprime cosi’ le sue motivazioni perlustrative e motorie

 

Il cane e’ stato selezionato per poter svolgere determinati compiti utili all’essere umano. Per ottenere questo risultato si sono favorite determinate caratteristiche, certe tendenze e attitudini, per creare una coerenza tra le necessita’ dell’uomo e le predisposizioni del cane.

Per fare un esempio chiarificatore, pensiamo al cane da conduzione del gregge:

in questo caso i cani che sono stati selezionati per svolgere tale compito non solo hanno l’attitudine a svolgere queste mansioni, ma anche la necessita’. Per loro l’attivita’ di radunare il gregge e’ talmente gratificante da diventare necessaria per un benessere psicofisico.

Nel corso del tempo la società umana ha subito grandi cambiamenti sia culturali che tecnologici. Basti pensare quanta differenza ci possa essere tra un contesto rurale in cui il cane veniva impiegato per la guardia o appunto la conduzione del gregge, o magari per difendersi dai “nocivi” come topi o faine ed un moderno contesto urbano dove l’attivita’ principale del proprietario e’ lo smart working e per il cane il dormire sul divano.

Per valutare la qualita’ del corretto inserimento del cane nel contesto umano dobbiamo valutare almeno due parametri:

  • Utilita’: ovvero il lavoro assegnato al cane in modo che possa esprimere le sue attitudini e si senta “utile” all’interno del branco
  • Relazionale : ovvero il “rispetto” nei suoi confronti in quanto essere senziente, con tutte le implicazioni etiche e morali che questo determina.

 

 

UTILITA’

 

RELAZIONE

 

Questi due parametri sono entrambi equamente importanti per assicurare reale benessere al nostro cane .

Possiamo dunque asserire che fino alla meta’ del novecento con la predominanza della societa’ rurale era sicuramente assicurato cio’ che ho definito “utilita’” in quanto il cane veniva preso proprio con lo scopo di essere utile a qualcosa, ma sicuramente c’era una forte carenza per cio’ che concerne l’aspetto “relazione”.

Oggi invece direi che i ruoli si sono pienamente invertiti. Quindi se e’ vero che il cane e’ diventato un vero e proprio membro della famiglia, quindi con un altissima attenzione all’aspetto relazionale, pero’ di contro manca troppo spesso l’ attenzione all’aspetto “utilita’” con uno scarsa attenzione alle necessita’ specie-specifiche. Questo, come logica conseguenza, diminuisce anche il miglioramento dell’ aspetto relazionale in quanto non assicurando al cane una adeguata utilita’, lo priviamo di una sua esigenza fondamentale.

Per cui non e’ corretto sostenere che oggi il cane vive meglio rispetto ad un tempo, ma spesso si e’ semplicemente passati da un maltrattamento attivo ad uno passivo.

Come ovviare a questo problema?

Intanto bisogna conoscere attitudini ed esigenze del proprio cane. In questo con i cani di razza siamo avvantaggiati in quanto basta conoscere le caratteristiche di una razza ed affidarsi ad un allevatore serio. Lo standard di razza dovrebbe riguardare non solo le caratteristiche estetiche ma soprattutto quelle attitudinali…Purtroppo non sempre questo corrisponde al vero, pero’ abbiamo comunque il vantaggio di poter conoscere eventualmente i genitori o i fratelli di qualche cucciolata precedente.

I meticci non hanno nulla da invidiare ai cani con pedigree. Anzi spesso sono piu’ robusti, piu’ longevi, non hanno problemi di consanguineità . Pero’ e’ difficile prevederne le attitudini. Mentre per il cane di razza possiamo indirizzarci verso un soggetto consono al nostro stile di vita e alle nostre esigenze, il meticcio lo prendiamo a scatola chiusa e saremo poi noi a doverci adattare alle sue esigenze. Detto questo e’ importante non valutare solo l’aspetto fisico e le diensioni, ci sono cani di piccola taglia con esigenza di attivita’ molto alta ( es jack russel) come ci sono cani di grossa taglia molto sedentari e adatti a vivere in appartamento ( Alano).

Detto questo, se optiamo per un cane con esigenze di svolgere lavori che nel nostro contesto urbano sono impraticabili, la cosa migliore sarebbe quella di praticare sport idonei al nostro cane. In effetti lo scopo degli sport cinofili non dovrebbe essere quello di gratificare l’ego agonistico del proprietario, ma piuttosto quello di compensare un deficit di utilita’ nella gestione del nostro cane e quindi assicurarne il pieno benessere sia in questo aspetto che in quello relazionale. Sottolineo questo ultimo aspetto!!!! Per raggiungere questo scopo un cane da “ lavoro sportivo” non e’ un cane che vive in un Kennel il cui unico scopo e’ vincere le coppe, ma un cane di famiglia educato ed equilibrato che svolge attivita’ per il suo benessere e se riesce vince pure la coppa che gratifica gli sforzi e i sacrifici del suo proprietario. Ma quello che davvero e’ importante e’ raggiugere quell’ equilibrio che rende davvero unico e speciale la relazione .

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